28 NOVEMBRE – 21 DICEMBRE 2019

Teatro Paesana – Via Bligny, 2

Inaugurazione giovedì 28 novembre ore 18,30

Orari: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19,30

Ingresso libero

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Edward Spitz

Edward Spitz è un artista che parla poco si sé, e preferisce che a parlare siano i suoi quadri. Di lui si sa che è l’artista dei fumetti, di cui è anche un irriverente collezionista. Naturalmente è un accanito lettore di strisce: Topolino, Braccio di Ferro, Linus e Superman. I classici. Le sue opere sono esposte in diversi luoghi pubblici e privati in Italia e all’estero. Partecipa a collettive e personali.

Pensare che il fumetto ha 120 anni fa riflettere sulla forte esigenza di parlare per immagini, ma se la fotografia ferma l’istante, il fumetto lo fa correre; se il cinema impone un tempo di produzione standard, gli schizzi ci consentono un approccio con i nostri tempi. D’altronde di fumetti in termini di pre-semiotica si è occupato anche Umberto Eco.

Il fumetto ha origini lontane, è una delle massime espressioni di arte figurativa. È anche l’illustrazione di scene di vita che sono strettamente legate alla realtà.” precisa Ermanno Tedeschi curatore della personale di Edward Spitz a Teatro Paesana a Torino dal 28 novembre al 21 dicembre.

Questa mostra quindi non è una mostra qualsiasi, è un salto dentro un mondo iconograficamente sorprendente e vivace, giocoso e serissimo. Una selezione di opere che trascinano lo spettatore, quasi un lettore di strisce, dentro ad una dimensione altra, in cui ci si trova subito a proprio agio. D’altronde chi non ha mai letto Topolino o sfogliato storie avvincenti di supereroi?

Il lavoro di Edward Spitz è ironico e garbato, alla base dei suoi quadri ci sono illustrazioni vintage di fumetti d’epoca sui quali fa parlare i suoi personaggi che guardano ed ammiccano con chi è di fronte.
Portano in primo piano, ingigantiscono, nel valore di una figura chiave: Minnie, Topolino, Paperino… sono lì pronti a raccontarci un frammento di una storia, vera! Con questo meccanismo i quadri rompono lo schema narrativo del fumetto e diventano opere d’arte.

“Edward Spitz ha compreso quale fosse il valore artistico del fumetto e inducendolo a creare opere che a prima vista hanno uno valore decorativo. – continua Tedeschi – Ciò non corrisponde alla realtà perché dietro l’utilizzo dei fumetti come base per la pittura in acrilico e resina, dei diversi personaggi, c’è un profondo studio di carattere psicologico e sociale che rende le sue opere allegre ed allo stesso tempo drammatiche come nella rappresentazione di Paperone o in quella di Topolino completata da scritte di estrema saggezza che recitano «alcune volte tu non hai mai conosciuto il vero valore di un momento fino a quando diventa Memoria» oppure «la vita è troppo corta per indossare vestiti noiosi»”.

Spitz parla di propri lavori spiegando che ama riportare in auge le icone di una cultura popolare di massa di cui tutti hanno memoria visiva: “Ho deciso di cavalcare l’onda dell’immaginario-replicante con l’immediatezza dell’arte: le icone che ripropongo derivano tutte dal mondo dei fumetti, il mezzo di comunicazione che si produce con l’incontro tra immagine e parola, nonché mezzo di svago ed evasione dalla realtà. Così i miei quadri hanno come sfondo fumetti originali che vengono direttamente dal passato, tutti sormontati da un ulteriore icona che appartiene anch’essa alla vecchia generazione, seppur espressa in forme e colori diversi. È un modo di esprimere il paradosso della società di massa: è l’evasione della realtà diventa realtà.”

Contatti

Gwladys Martini gwladys.martini@gmail.com 347 8731197